Dall’una all’altra tasca
Lascia un commentoaprile 21, 2016 di saramonteverde
Volume scoperto in una bancarella di vecchi libri che mi ha sorpreso. Brevi racconti, alcuni un po’ noir, ma lievemente ironici, a volte cinici, sarcastici. Protagonisti uomini e donne comuni di una Praga degli anni ’20, ’30 ormai lontanissima come scenario ma sorprendentemente vicina nella sua umanità. Capek, scopro, è scrittore boemo (1890 – 1938) e quasi dimenticato ma autore di un racconto di fantascienza quando questo genere era pressochè agli albori. Tanto da inventare insieme al fratello Josef, scrittore e pittore il termine robot. Deriva dal ceco “robota” che sta per corvée: il lavoro obbligatorio e forzato della durata di due o tre giorni richiesto dai feudatari ai servi della gleba durante il Medioevo. Karel scrive R.U.R. Rossum’s Universal Robots un’opera teatrale destinata a segnare il secolo.
E come annota Luca Colferai “Inquietantemente i robot di Karel Capek sono già cyborg, organismi cibernetici. Purtroppo Josef Capek scomparve durante l’occupazione nazista della Cecoslovacchia. Fatto sparire dai robot interamente biologici della Gestapo”